Incompletezza cartella clinica: il paziente può usarla come presunzione per provare il nesso di causalità

La Corte di Cassazione civile, con ordinanza del 18 febbraio 2021 n. 4424, ha ribadito il principio del doppio ciclo causale nei giudizi di responsabilità medica, secondo cui, prima, il paziente deve provare il nesso di causalità tra condotta del sanitario e evento dannoso subito e, successivamente, il sanitario dovrà provare la sussistenza di una causa imprevedibile e inevitabile che ha reso impossibile la prestazione. Il paziente può fornire la propria prova anche attraverso l’incompletezza della cartella clinica, se la condotta del medico era astrattamente idonea a causare il danno e detta incompletezza ha reso impossibile verificare il nesso causale.

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